Non basta dire: desidero salvarmi, non basta dire: desidero abbracciare i mezzi convenienti per arrivare alla salvezza eterna, ma bisogna volere con energica risoluzione e ricevere le grazie che Dio ci da, essendo necessario che la nostra volontà corrisponda alla Volontà di Dio: Dio ci dà i mezzi per salvarci, noi dobbiamo riceverli e desiderare la nostra eterna salvezza, come e perché Dio la desidera.

San Francesco di Sales, Trattato dell’Amor di Dio, liv. 2, Cap. 3

 

Si è altrove accennato come, reduce dai suoi studi di giuri­sprudenza, Francesco fu dal padre mandato a Chambéry per es­sere ricevuto avvocato al Senato di Savoia. Là egli sostenne bril­lantemente gli esami di uso e in questo giorno, 24 novembre del 1592, con grande solennità venne ricevuto e proclamato avvo­cato: il santo giovane credette suo dovere ringraziare pubblica­mente il Senato e pronunziò un eloquente discorso, nel quale all’espressione della sua riconoscenza unì un magnifico elogio della Giustizia, dicendola “virtù nata da Dio e discesa dal Cielo, per essere forza delle nazioni, protezione del debole, consolazione del povero e speranza di eterno gaudio per quanti degnamente l’amministrano”. Questo discorso detto con dignità e grazia mera­vigliò gli uditori, che fin d’allora desiderarono vederlo insignito del grado di Senatore; i disegni di Dio però erano ben altri sul suo umile Servo, e non mancò di manifestarglieli in modo sopran­naturale. Tornava Francesco in Annecy, dopo conseguito il di­ploma d’avvocato e, accompagnato dal Reverendo Déage, attraversava a cavallo la foresta di Sonax; improvvisamente il suo cavallo inciampò e si stese per terra; nel movimento si staccò a Francesco la spada dal fianco che, essendo uscita dal fodero, si situò al di sopra di esso, in modo da formare perfettamente una croce. Il fenomeno strano non mancò di colpire 1’animo ri­flessivo di Francesco, ma, lontanissimo com’era da ogni super­stizione, non ci badò, onde rimontato a cavallo si attaccò più saldamente al fianco la spada e continuò il suo cammino: a poco intervallo lo strano fenomeno si ripeté due volte ancora; il ca­vallo sdrucciolò, il fodero con la spada per terra presentarono, tutte e due le volte, la figura d’una croce tanto perfetta da parere che qualcuno avesse preso cura di formarla! A questa triplice ripetizione di un fatto che nessuno avrebbe mai preveduto, Francesco credette vedere un richiamo del Cielo che lo invitava a riflettere se fosse giunto il momento di seguire l’an­tica sua attrattiva di consacrarsi al Signore, abbandonando le insegne del secolo, per seguire lo stendardo della Croce! Chia­mò il suo precettore, testimone oculare di quello strano feno­meno, e a lui dichiarò per primo gl’intimi sentimenti dell’anima sua!

 

Il 24 novembre del 1622 S. Francesco di Sales impiegò buona parte della giornata nel visitare tutte le chiese e luoghi pii nella città e nei sobborghi di Avignone: si portò alla chiesa dei R.R. Padri Celestini, dove si venera il Corpo del Beato Pietro di Lussemburgo, Cardinale di santa Chiesa, in onore del quale intessé un magnifico elogio, senz’altra preparazione che la preghiera fatta presso le Reliquie del Beato: sembrava non potesse allontanarsene… “Ahimè! – diceva – lasciatemi vicino a questo illustre maestro: da tempo immemorabile la mia fami­glia è stata affezionatissima al servizio dell’illustre Casa di Lus­semburgo ed io non ho mai letto nulla che mi abbia tanto com­mosso e confuso, quanto la vita di questo giovane Cardinale, che compì in poco tempo la perfezione di una lunga esistenza.