Nel corso di questo nostro pellegrinaggio il Signore ci conduce in due maniere; ci dà la mano per farci camminare con Lui, o ci porta addirittura fra le braccia della sua Provvidenza. Ci tiene per mano quando ci fa camminare con 1’esercizio delle virtù; perché, se non ci tenesse, non solo non potremmo camminare a lungo, ma neppure dare un passo solo nella via della perfezione. E non si vede forse abbastanza come quelli che lasciano la paterna mano di Dio non danno un passo senza cadere? Dunque, la Divina Bontà vuol condurci, vuole aiutarci nella nostra via, ma vuole pure che da parte nostra facciamo i nostri piccoli passi, cooperando alla sua grazia.
San Francesco di Sales, Serm. famil.
Il 20 Novembre 1613 San Francesco di Sales impiegò tutta la giornata a scrivere, di propria mano, belle e devote costituzioni e direzioni per le chiese di Gex, dove Dio gli aveva fatto la grazia di ristabilire la fede cattolica in otto principali Parrocchie. Obbligò i Curati di esse a risiedervi costantemente, a meno che non ne fossero dispensati; e questo sotto pena di privazione del loro beneficio. Assegnò e determinò le ore di tutti gli Uffici; destinò le cose necessarie ad ogni chiesa in particolare; ordinò tutte le domeniche il Catechismo e le Stazioni per i fedeli defunti, e ogni sabato una Messa cantata all’altare della Madonna, seguita dall’Inno dei suoi gaudi. Propose pure la materia e i punti per le Omelie della domenica e assegnò la pensione al Maestro di scuola di Gex, che d’allora in poi doveva essere fedele e buon cattolico; con pubblico avviso, ordinò ai patroni delle varie Cappellanie di rimetterle in vigore fra dieci anni, sotto pena di privazione dei loro diritti; e al Rev. Dunau, nominato Curato di Gex col beneplacito del Re di Francia, ingiunse di non far nulla di notevole senza il consiglio e l’aiuto dei R.R. Padri Cappuccini, i quali potevano, in certe occasioni, ritirare dal suddetto Curato una certa misura di grano e di vino. Questi buoni Padri, degnissimi figli di S. Francesco d’Assisi, furono sempre molto amati e stimati dal nostro Santo, che li denominava suoi fratelli ed amici. Così egli depose in quella piccola provincia di Gex l’abbondante semenza di benedizione, di cui ammiriamo oggi gli abbondantissimi frutti.
La sera di quel giorno memorando, uscendo dal suo oratorio, che gli serviva di studio, consegnò al signor Michele Favre, suo confessore e cappellano, il quinterno da lui scritto e gli disse : “Mio buon amico, fatemi il piacere di copiare questo grande scritto: vi assicuro che appartiene meno a Francesco di Sales che all’Angelo della Chiesa di Gex, il quale ha sospeso oggi tutte le mie ordinarie faccende e mi ha protetto in modo particolare, perchè potessi comodamente servirgli di segretario. Eh! Signore, quanto ne sono indegno!” Detto questo, si mise in ginocchio per recitare il Breviario e sembrava un Serafino, tutto acceso e consumato dai divini ardori.