Se vogliamo essere salvi, dobbiamo attaccarci alla Croce del Salvatore, meditarla spesso e portare in noi la sua mortificazione, non essendovi altra strada per andare in Cielo. Nostro Signore vi passò per primo; perciò abbiate pure quante estasi volete, che se, con queste, non starete attaccati alla croce e non vi eserciterete nella mortificazione di voi stessi, apertamente vi dico che tutto è vanità e rimarrete spogli di ogni bene: insomma, non vi è strada, nè porta per entrare in Cielo, fuori di quella dell’umiltà e della mortificazione.

San Francesco di Sales, Serm. famil.

Il 10 novembre 1622 S. Francesco di Sales, dopo essersi congedato dai Signori d’Annecy, che avevano voluto accompagnarlo fino a Seyssel, predisse loro una seconda volta la sua prossima morte, dicendo: “Fra qualche tempo verrete ad incontrarmi qui, proprio nello stesso posto dove ora ci diciamo addio.” Fu vero, si andò incontro al suo sacro Corpo, poichè l’anima sua benedetta erasi già ritirata in Cielo.

Il santo Vescovo s’imbarcò sul Rodano per discendere a Belley, mentre il tempo era freddissimo ed incostante: siccome lo si compativa per questo, disse: “Eh !… non sapete voi che siamo tutti prigionieri e sottomessi agli elementi di questo mondo?” Ad uno dei suoi che volle parlargli dell’estrema afflizione del popolo di Annecy: “Non parliamo di questo – disse – parliamo piuttosto del beato Paese al quale siamo incamminati; io partirò presto a quella volta e non farò come i cavalleggeri, ma partirò senza tamburo e senza trombetta, di modo che sarò arrivato prima che si sappia della mia partenza.” Con questo significò pure di qual morte doveva morire, e la profezia si avverò appuntino.