Procurate di nutrire in voi lo spirito di dolcezza, di santa gioia e d’umiltà, che è il più atto alla devozione; come ancora la tranquillità: non vi angustiate per questo e per quello, ma camminate nella via della devozione con grande confidenza nella Misericordia di Dio, che vi condurrà per mano fino alla patria celeste.
S. Francesco di Sales, Lett. spirit.
Il 26 luglio 1597, vedendo S. Francesco di Sales che, per grazia di Dio, la religione cattolica nello Chablais s’incamminava ad un felice progresso, di modo che egli e suo cugino non potevano più bastare al servizio religioso di tanti fedeli, si portò in Annecy, dove, in un Sinodo convocato dal Vescovo, rese esattissimo conto della Missione, e con molta istanza domandò nuovi operai per il campo del Signore: in vista dell’abbondante messe che si preparava, gli furono accordati parecchi religiosi Domenicani, Cappuccini e Gesuiti, domandati espressamente nelle loro residenze di Mont-Mélian, Lyon e Chambéry. Il santo missionario fu di parere che si spedisse una lettera di sfida ai Ministri di Ginevra, e che si cominciasse subito dal rimettere in piedi, sulle strade maestre, le croci abbattute dovunque dai nemici del Crocifisso. Il Vescovo approvò questo progetto, incaricando lo stesso Francesco di attuarlo, come egli fece con ogni sollecitudine e cura.
Questo stesso giorno, nel 1606, trovandosi S. Francesco in visita pastorale alla chiesa di S. Giacomo a Sallanches, venne fermato e lungamente trattenuto a colloquio da un giovane gentiluomo sui 25 anni, che volle confessarsi al suo santo Pastore in pubblica chiesa. Piangeva egli con tanta contrizione e tante lacrime i suoi peccati, che il santo Vescovo piangeva con lui, cosa che intenerì e commosse tutti gli astanti. Alcuni impazienti però si arbitrarono di far osservare al Vescovo che quella confessione durava troppo, e la gente se ne andava: dopo che due o tre volte venne bruscamente ripetuta quest’ambasciata, asciugandosi gli occhi, il pio Prelato rispose: “Eh!… un po’ di pazienza… e meglio che le novantanove pecorelle soffrano un pochino, che lasciar sfuggire l’ora di Dio per il ritorno di questa…” E tranquillamente finì di confessare il penitente; indi paternamente l’abbracciò, con tanta tenerezza da far dire a tutti: Ecco il vero padre del figlio prodigo. Quel giovane signore segui per parecchi giorni il suo santo Pastore, di parrocchia in parrocchia, e la sua conversione fu di grandissimo esempio a tutta la provincia e onorò molto la sua propria famiglia.