Abbiamo libertà di fare il bene e di fare il male; ma eleggere il male non è usare di questa libertà, è abusarne. Rinunciamo dunque a questa infelice libertà ed assoggettiamo per sempre il nostro libero arbitrio al partito dell’amor celeste; che se l’anima nostra vo­lesse impiegare la sua libertà contro le nostre risoluzioni di continuamente, e senza riserva, servire il Signore, sacrifichiamo con generosità questo libero arbitrio, fa­cendolo morire a sè per vivere in Dio.

S. Francesco di Sales, Teotimo, Parte 2, Lib. 6, Cap. 10.

Il 29 ottobre 1600 S. Francesco di Sales si presentò alla porta della fortezza des Allinges e il Signor de Monglandt, in­formato della sua nobiltà e lette le lettere che portava, lo rice­vette con ogni cortesia e sopratutto con ogni sommissione agli ordini del Re. Lasciò liberi tutti i beni ecclesiastici, di cui erasi impadronito e, quantunque eretico, lodò lo zelo e l’ammirabile vigilanza dell’Apostolo per la sua religione e per il bene delle anime. Diede ordine che i suoi ministri non predicassero più se non ai soldati ugonotti, e mai, in nessun modo, ai neoconvertiti. Tutto contento il Santo uscì dalla Cittadella des Allinges e se ne andò a Tonon con queste buone notizie, per sollevare il coraggio abbattuto dei suoi figliuoli, ancora deboli e bisognosi di aiuto.