Sappiate che la virtù della pazienza è quella che più delle altre ci rende sicuri della perfezione: se conviene praticarla col prossimo, bisogna praticarla ancor più con noi stessi; e quelli che aspirano al puro amor di Dio non hanno tanto bisogno di praticare la pazienza con gli altri, quanto con se stessi. Per acquistare la perfezione non si devono amare ed accarezzare le ten­tazioni, ma solo tollerarle con pazienza, e con questa tolleranza si nutrisce l’umiltà. Bisogna dire il vero: siamo povera gente, non possiamo fare gran che di bene; ma Dio, infinitamente buono, si contenta del poco che facciamo.

S. Francesco di Sales, Lett. spirit.

Il 23 ottobre 1605, mentre S. Francesco di Sales era in vi­sita ai Priorati di S. Nicola in Villa, dei Benedettini, di Sant’Armando di Lea ed altre chiese vicine, gli fu presentato un giovane per ricevere la sacra Tonsura. Il Santo lo considerò prima at­tentamente, indi l’interrogò se voleva appartenere alla Chiesa e il giovane, restato qualche poco silenzioso, disse finalmente di no, ma che i suoi genitori volevano così e lo minacciavano pure, onde, per compiacerli, veniva a domandagli la Tonsura. L’uomo di Dio gli disse allora di ritirarsi, dandogli parecchie sante istru­zioni per vivere cristianamente nel mondo. I genitori del giovane, saputo quello che avveniva, se ne andarono dal Santo e lo scongiurarono migliaia di volte di dare quella Tonsura. Im­piegarono anche tutte quelle persone che credevano potessero aver credito, per protestargli che mai costringerebbero il giovane a legarsi indissolubilmente alla Chiesa, ma solamente chiedevano la Tonsura per fargli assegnare un beneficio molto ricco e, quando sarebbe in età, egli lo rinunzierebbe in favore di un suo parente. Questo fatto, come si suppone, confermò il santo Vescovo nel suo rifiuto: “Ah! – disse loro – da che brutta causa son guidate le vostre ragioni!  E perché, voi che siete miei amici, volete spingermi a commettere un sì grave peccato? Amo me­glio che mormoriate un poco contro di me e del mio difetto di adesione alla vostra volontà, che vedere Gesù Cristo irritato per aver io legato all’altare vittime forzate, mentre la sua gra­zia chiede solo sacrifici volontari, e S. Paolo c’insegna di non imporre mai imprudentemente le mani.”