MISSA DE D. N. IESU CHRISTO SUMMO ET AETERNO SACERDOTE,

CAPITULUM INSTITUTI CHRISTI REGIS SUMMI SACERDOTIS

Die I Septembris A.D. MMXI


OMELIA

Hebr. 5: 1-11; Luc. 22: 14-20

 

 

Miei carissimi figli in Cristo,

Prima di tutto, desidero esprimere la mia profonda gioia nel celebrare la Solenne Messa Pontificale per voi durante i giorni del vostro annuale capitolo. E ‘stata una grande benedizione per me conoscere l’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote a partire dai primi anni del mio servizio in qualità di vescovo diocesano. Io rimarrò sempre profondamente grato a voi per il vostro fedele e generosissimo aiuto offertomi per la cura delle anime, sia durante gli anni trascorsi come vescovo di La Crosse, sia come arcivescovo di Saint Louis. Con l’affetto di un padre spirituale, ogni giorno prego affinchè i vostri cuori possano riposare completamente nel Regale Cuore di Gesù, nostro Sommo Sacerdote, perchè rispondiate alla vostra vocazione all’interno della Chiesa.

E’ inoltre una particolare fonte di gioia quella di celebrare con voi l’onomastico del vostro amato Priore Generale, Monsignor Gilles Wach. In modo speciale, in questo giorno, prego per Monsignor Wach tramite l’intercessione del suo santo patrono, San Egidio, affinché possa eternamente godere della saggezza e della forza dello Spirito Santo, per guidarvi e dirigervi con fermezza ed amore in tutte le opere dell’Istituto.

Il capitolo annuale è l’occasione per ritornare alla vostra fondazione, al dono che lo Spirito Santo ha offerto a Monsignor Wach, al Canonico Mora e alle prime vostre membra per la costituzione di una società di vita apostolica, secondo l’antica pratica dei canonici secolari, particolarmente dedicata alla celebrazione del rito romano, secondo l’usus antiquior,  avente come triplice fine la gloria di Dio, la santificazione dei sacerdoti e la salvezza delle anime. Il capitolo è una sorta di pellegrinaggio durante il quale si lasciano da parte i doveri di tutti i giorni nei vari apostolati e si viene a riflettere nuovamente sulla fondamentale realtà della vostra vocazione e missione, cioè la grazia di Dio che opera dentro di voi come membri dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote e come Adoratrici del Cuore Reale di Gesù Sommo Sacerdote. Nei giorni del capitolo, si riceve la forte grazia per raggiungere gli obiettivi della vostra sacra missione: “la gloria di Dio e la santificazione dei sacerdoti al servizio della Chiesa e delle anime, tramite una formazione dottrinale e spirituale.”

Nei giorni del capitolo riscoprite nuovamente l’elemento primario dell’Istituto che vi ha attratto, cioè il servizio devoto e disinteressato di Cristo Re, in modo da estendere il suo Regno in ogni aspetto della vita umana. In questi giorni vi avvicinate ancora una volta allo spirito romano che anima il servizio di Cristo Re, quello spirito che fu effuso da Cristo stesso su S. Pietro, che ha scelto per essere il Principe degli Apostoli, “il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (Lumen gentium, n. 23). Attraverso la preghiera e lo studio di questi giorni santi, si torna alle fonti da cui lo spirito romano è stato fedelmente trasmesso in una linea ininterrotta, da San Pietro a Papa Benedetto XVI, “la Tradizione, i Decreti dei Papi, i canoni della Chiesa e dei Concili” Tornando a queste fonti, e soprattutto alla sacra Liturgia, l’espressione più alta e più perfetta della nostra vita nella Chiesa, si torna a Cristo Re Sommo Sacerdote che agisce, per vostro conto, attraverso di esse, confermando la vocazione santa a cui Egli vi ha chiamati.

In modo particolare, i giorni del capitolo portano a considerare ancora una volta il senso della vostra devozione verso la degna celebrazione della sacra liturgia, che è al centro della vostra vocazione. Sono giorni di tempo per riflettere, con nuova meraviglia, sul grande mistero della fede, ricordando le parole del Catechismo della Chiesa Cattolica: “Attraverso la Liturgia, Cristo continua nella sua Chiesa, con la sua Chiesa e tramite la sua Chiesa, l’Opera della nostra redenzione”. (n. 1069)

Dal tempo del vostro ultimo capitolo, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei ha pubblicato l’istruzione tanto attesa per l’attuazione della Lettera Apostolica di Papa Benedetto XVI , il Motu Proprio Summorum Pontificum. Tramite il vostro utilizzo dei libri liturgici della forma extraordinaria del rito romano, offrite al Successore di San Pietro uno specialissimo aiuto per raggiungere i fini stabiliti nella sua Lettera Apostolica, con i mezzi che sono stati accuratamente articolati nel istruzione Universae Ecclesiae.

Man mano che, in questi giorni, ringraziate Dio per il dono della vostra vocazione presso l’Istituto, considerate, in modo particolare, queste parole dell’Istruzione Universae Ecclesiae ed il loro significato per la vostra peculiare missione nella Chiesa:

“I testi del Messale Romano di Papa Paolo VI e di quello risalente all’ultima edizione di Papa Giovanni XXIII, sono due forme della Liturgia Romana, definite rispettivamente ordinaria e extraordinaria: si tratta di due usi dell’unico Rito Romano, che si pongono l’uno accanto all’altro. L’una e l’altra forma sono espressione della stessa lex orandi della Chiesa. Per il suo uso venerabile e antico, la forma extraordinaria deve essere conservata con il debito onore”. (n. 6)

Come membri dell’Istituto, voi fornite uno speciale servizio alla Chiesa universale difendendo con onore la vitalità dell’usus antiquior del Rito Romano, in modo tale da continuare ad essere un’espressione più preziosa e duratura dell’unica lex orandi della Chiesa.

A questo proposito, è bene ricordare ancora una volta i tre fini che il nostro Santo Padre ha avuto in vista, quando ha previsto il corretto modo per la celebrazione della sacra Liturgia nella Chiesa attraverso la sua lettera apostolica Summorum Pontificum. Essi sono:

“a) offrire a tutti i fedeli la Liturgia Romana nell’Usus Antiquior, considerata tesoro prezioso da conservare;

b) garantire e assicurare realmente a quanti lo domandano, l’uso della forma extraordinaria, nel presupposto che l’uso della Liturgia Romana in vigore nel 1962 sia una facoltà elargita per il bene dei fedeli e pertanto vada interpretata in un senso favorevole ai fedeli che ne sono i principali destinatari;


c) favorire la riconciliazione in seno alla Chiesa”. (Universae Ecclesiae, n°8)

 

Al vostro Istituto è stata data la grazia speciale dello Spirito Santo di aiutare il Romano Pontefice, in accordo con lo spirito romano, nel raggiungere i nobili scopi che egli ha stabilito nella Lettera Apostolica Summorum Pontificum. In modo particolare, la vostra solida formazione attraverso l’insegnamento spirituale di san Francesco di Sales, il vostro patrono, vi prepara a svolgere la missione affidata alla Chiesa universale dal nostro Santo Padre.

Tutte le vostre riflessioni durante i giorni del capitolo trovano il loro senso ultimo nel Mistero della Fede a noi reso presente da Nostro Signore in ogni offerta della Santa Messa. E’ il mistero della totale obbedienza del Figlio di Dio, alla volontà di Dio Padre per la salvezza del mondo. Lo scrittore sacro della Lettera agli Ebrei esprime il mistero della fede con queste parole:

“Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbedirono, essendo stato proclamato da Dio Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedech.”

L’obbedienza perfetta del Verbo incarnato è testimoniata ad ogni offerta della Santa Messa, quando al momento della consacrazione, il sacerdote presta la sua voce a Cristo, che trasforma l’offerta del pane e del vino nel suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità con le parole: “Questo è il mio corpo che è dato per voi … Questo calice, che viene versato per voi è la nuova alleanza nel mio sangue.” Al momento della consacrazione, il frutto della nostra salvezza è reso presente sul altare e rimane presente nell’Ostia Santa, che è riposta nel tabernacolo.

Nel mistero della fede, voi capite il mistero della chiamata ad essere uno con Cristo per mezzo dell’effusione del suo Corpo e Sangue per la salvezza del mondo, in obbedienza a Dio Padre. L’offerta della Santa Messa, non solo rappresenta il modello della vostra vita in Cristo, in accordo con la vostra vocazione, ma è anche la fonte della generosità, fedeltà e purezza necessaria per formare la vostra vita secondo il modello del sacrificio di Cristo.

Nel Sacrificio eucaristico, si scopre il senso pieno delle parole che sono il motto dell’Istituto, “veritatem facientes in caritate”, e allo stesso tempo, si riceve la grazia di essere fedele al motto nella vita quotidiana. Mediante il Sacrificio eucaristico, Cristo rende presente la verità nella carità, la realtà dell’amore incommensurabile di Dio per noi “fino alla fine.” Attraverso la vostra comunione con Cristo nel suo Corpo e Sangue, ricevete la grazia di rendere presente la verità nella carità attraverso i vostri pensieri ed atteggiamenti, le vostre parole ed azioni. Soprattutto, nel Sacrificio eucaristico, si arriva ad una comprensione sempre più piena e al vivo apprezzamento delle parole delle Costituzioni dell’Istituto: Pur essendo sacerdoti secolari senza voti e osservando una vita canonicale in comune, i canonici dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote e tutti gli altri suoi membri vogliono vivere le virtù di obbedienza, di castità e di povertà, per ottenere la perfezione del loro stato, consapevoli che questo stato di perfezione sarà sostenuto dalla più grande delle virtù: la Carità. Mediteranno sovente il motto dell’Istituto: Veritatem facientes in Caritate, rappresentato in maniera personificata nella Santa infanzia del nostro Salvatore, Re e Sacerdote e dal suo Cuore Regale.

Attraverso l’offerta della Santa Messa, Cristo non mancherà di sostenervi nella divina carità, che rende possibile la vostra obbedienza alla volontà del Padre nel seguire la vostra vocazione. Egli, infatti, renderà la vostra obbedienza feconda al di là di ogni limite per la salvezza del mondo.

Ci permetta adesso di sollevare i nostri cuori verso il Cuore Regale di Gesù attraverso il grande mistero della fede, il sacrificio eucaristico. Vivendo in piena comunione nel Corpo e nel Sangue di Cristo, miei cari fratelli dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote e mie care sorelle, Adoratrici del Cuore Regale di Gesù Cristo Sommo Sacerdote, possiate riscoprire il grande dono della vostra vocazione . Che voi possiate essere rafforzati per adempiere la missione di Cristo, che è la vostra: la gloria di Dio, la santificazione dei sacerdoti e la salvezza delle anime.

Cuore di Gesù, Re e centro di tutti i cuori, abbiate pietà di noi.
Cuore Immacolato di Maria, pregate per noi.
San Benedetto, pregate per noi.
San Tommaso d’Aquino, pregate per noi.
San Francesco di Sales, pregate per noi.

Amen.

Raymond Leo Cardinale Burke
Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica